Pierpaolo si presenta...

E’ nato a Mesagne (Br) il 5 luglio 1972, è sposato dal 2001 con Giusy e completano la famiglia due figlie , Elisabetta e Sofia.

Dopo le Scuole dell’obbligo si dedica a quella che era l’attività paterna ; l’Agente di Viaggi. Nel 1989 consegue l’abilitazione presso il Compartimento di Bari delle Ferrovie dello Stato e inizia a collaborare come impiegato d’ordine nell’Agenzia Viaggiatori FS di Mesagne.

Nel tempo libero è impegnato nel volontariato sociale e nella Parrocchia.

Nel 1990 svolge come Obiettore di Coscienza il Servizio civile presso la Caritas Diocesana di Oria e collabora nel 1991 a gestire l’emergenza Albanesi, a livello Diocesano sotto la guida dell’allora Presidente Nazionale della Caritas e Vescovo di Oria Mons. Armando Franco e a livello Regionale con il Collegamento Regionale Caritas.

Dal 1991 al 1993 frequenta come Uditore l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Oria, sede periferica dell’Università Pontificia della Santa Croce di Roma.

Con la fine del Servizio civile non si ferma al sua voglia di impegnarsi nel sociale. Nella comunità parrocchiale continua con l’animazione dei gruppi giovanili e milita per qualche anno nell’Azione Cattolica Giovani sia a livello parrocchiale che Diocesano.

Nel febbraio del 1993 prende la titolarità dell’Agenzia Viaggi di Latiano. L’impegno e la passione per le giovani generazioni fanno si che nel 1997 fonda l’Associazione Mediterranea che opera nel settore sportivo fino al 2000 per poi aprirsi agli altri settori.

Dal 2002 al giugno del 2006 guida come Priore l’Arciconfraternita del SS. Rosario in Latiano;

Presiede, inoltre, il Comitato Festeggiamenti in onore della Patrona della Città di Latiano "S. Margherita" nel triennio 2006 /2008.

Nel giugno 2008 prende la qualifica di Agente di Commercio presso la CCIAA di Brindisi.

Dal Giugno 2008 a Settembre 2015 lavora come socio lavoratore nella Cooperativa sociale "Il Melograno" di Ceglie M. (Br) che si occupa di due settori in particolare: l’infanzia e l’immigrazione.

Collabora negli anni 2001/2009 con la Curia Diocesana di Oria presso l’Ufficio problemi sociali e lavoro – Centro Servizi del Progetto Policoro e Ufficio Migrantes .

dal 2008 a Maggio 2010 fa esperienza Sindacale nella CISL Funzione Pubblica.

Dal 2009 al 2015 aderisce al M.L.A.C. Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Entra a far parte del Consiglio Diocesano di Ac di Oria per la promozione e la nascita del Movimento in Diocesi.

Nel 2010 costituisce l'Associazione di Volontariato "Karibuni", che si occupa di Cultura, arte, turismo, politiche sociali e diritti civili. Dal 2018, Karibuni diviene Delegazione locale dell' Ente Nazionale Attività Culturali.

Dal 2013 al 2015 è Responsabile della Delegazione di Latiano del CSV POIESIS (che rappresenta le associazioni di volontariato del territorio).

Da Aprile 2016 a Maggio 2018 ha ricoperto l'incarico di Presidente della Consulta per i Servizi Sociali e Pari Opportunità del Comune di Latiano.

Da Aprile 2017 collabora con l'azienda "Theotokos" articoli religiosi di Latiano.

Dal 2019 segue un percorso di studi in comunicazione e in social media marketing.

Dal 2020 è Delegato Provinciale di Brindisi dell’ Ente Nazionale Attività Culturali e Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale ETS “Gruppo Storico Città di Latiano.

(per contatti : ppdibello@gmail.com)

giovedì 22 dicembre 2011

A U G U R I




Che il Natale del piccolo "immigrato Gesù" vi faccia respirare per il nuovo anno che viene una ventata di ACCOGLIENZA e INTEGRAZIONE!


auguri

Pierpaolo

Il nuovo esodo planetario: immigrati e accoglienza cristiana

Dall’Egitto a Gerusalemme - Gesù torna dall’Egitto (Mt 2,19-21)
Il nuovo esodo planetario: immigrati e accoglienza cristiana


“ Eppure c’è chi tiene la statistica degli ‘stranieri’
e ne ha paura: paura di una pazienza
che si può anche stancare, paura di un silenzio
che potrebbe anche diventare urlo,
paura di un lamento che potrebbe diventare canto,
paura dei loro “stracci” che potrebbero farsi bandiera,
paura dei loro arnesi che potrebbero farsi barricata.
Ci vuol così poco a dare speranza e fiducia.
Invece, c’è troppa paura.
Ma la paura non ha mai suggerito la strada giusta “.

Il vicino della porta accanto


PROVOCATI DALLA PAROLA : lettura di Mt 2,19-21

Il testo proposto oggi è ricco in dettagli. Come sempre la Parola di Dio illumina il nostro cammino e ci aiuta a leggere la nostra vita, la realtà e la storia in cui siamo inseriti. Il Ritorno dall’ Egitto e dimora a Nazaret, è preceduto dal testo che descrive la Fuga in Egitto e strage degli innocenti. Vediamo insieme i protagonisti e alcuni dettagli.

· · C’è un ritorno perché c’è stata una fuga
· · Erode : è lui che da ordine di uccidere gli innocenti; lui il geloso, l’avaro, il tiranno, lo stupido, il pauroso... per collera legittima la strage. Opposto a tale figura, Dio aveva chiesto ad Abramo di sacrificare il suo figlio amatissimo. Abramo si fida di Dio ed era disponibile a sacrificare il bene a cui teneva di più... per fiducia e amore a Dio. Erode uccide gli innocenti per non avere pretendenti al trono, al potere.
· · Ad Erode succederà il figlio Archelao...
· · Appare un angelo: il primo sogno. La manifestazione di Dio: “Alzati...”
· · Giuseppe : “ prese con se il bimbo e sua madre ” (non dice ... “e sua moglie”)
· · Egitto : è la terra della schiavitù (cfr Esodo); Dio libererà il suo popolo da una situazione di schiavitù (non libertà) verso un terra promessa libera dove “scorrerà latte e miele” ossia una terra vivibile. Interviene in questa missione Mosè. Sembra che l’evangelista ci inviti a rivivere il Nuovo Esodo, con un nuovo Mosè : Gesù fuggiasco dalla ‘prima terra promessa’. Inizia qualcosa di nuovo...
· · Un secondo sogno... fa superare la paura di ritornare (Archelao aveva sostituito il padre Erode)
· · “ Si ritirò nelle regioni della Galilea (...) e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret “ : Galilea e la regione più povera della Palestina; Nazaret un paese insignificante...

AIUTATI A RIFLETTERE

Il RITORNO è causato da una USCITA/ANDATA : si tratta di una fuga dovuta ad una strage di innocenti. La paura fa scappare... è una realtà che mette in pericolo la vita (non sono ‘menate di crescita’, è l’impossibilità a vivere). Tutt’oggi continua questa logica di morte, di “notte” che assale e non ci aiuta a crescere e a far crescere il Regno di Dio.

La REALTÀ’ di “chi fugge” :

Oggi sono molti coloro che fuggono da stragi, dai nuovi ‘Egitti’ creati e imposti. Vediamo insieme i perché dell’immigrazione.
Rispondere a questa domanda è uno degli esercizi più difficili a cui ci si possa applicare affrontando questo tema. Anche se potrebbe sembrare tra i più facili. In estrema sintesi si potrebbero riassumere in una sola parola: fame. Volendo si può anche articolare meglio.

@ Pensiamo solo al problema del debito estero dei paesi in via di sviluppo, la “deuda externa” (= debito estero) che secondo il premio nobel Pèrez Esquivel sta diventando “deuda esterna” (=debito eterno): oltre 1.300 miliardi di dollari e in continua crescita. una cifra impronunziabile che tradotta in lire ha bisogno di 15 zeri, e dagli effetti devastanti: ci sono paesi in cui ogni bambino che nasce è già indebitato di alcune migliaia di dollari, e passerà la sua vita a pagare gli interessi su quel debito, che lui non ha contratto.
@ Pensiamo alla corsa agli armamenti: oltre 25.000$ (trenta e passa milioni di lire) di risorse bruciate ogni secondo. Oltre il 90% delle esportazioni di armi si dirige verso il Sud del Mondo.
@ Pensiamo alla fame in senso stretto: 800 milioni di persone sottonutrite, 15 milioni di soli bambini che muoiono ogni anno (40.000 al giorno). I morti di fame equivalgono a una Hiroshima ogni tre giorni.

Non è il caso di prolungarsi molto.

Un esame storico, per esempio della nostra emigrazione, potrebbe darci risposte interessanti: perché partivano i nostri emigranti? Chiedete a un immigrato senegalese o filippino perché è venuto: i motivi economici risulteranno prevalenti. Sembra facile, allora descrivere le ragioni più frequenti di richiesta: lavoro soprattutto, seguito da studi, ricongiungimento familiare, asilo politico, in numero diverso turismo e salute. Ci sono importanti fattori psicologici, di promozione individuale e sociale, desiderio legittimo di miglioramento, rifiuto di ingiustizia individuale o collettiva, ma anche voglia di libertà, fuga da una realtà che non piace. C’è la fuga da cataclismi naturali, carestie, epidemie, da guerre in cui non si è parte in causa ma vittime innocenti. A queste motivazioni si possono aggiungere i casi che non sono direttamente legati a motivi economici, quali la persecuzione politica, religiosa, sociale e razziale.

Per una società ospitale e multirazziale

La spinta dal Sud, povero e sofferente, è inarrestabile. Si tratta di scegliere come viverla, se come una chance o come un fatto da subire. Il fenomeno riguarda tutto l’emisfero settentrionale ed è una realtà del nostro paese. L’Italia, nel cuore del Mediterraneo, subisce la spinta anche dal non lontano Sud arabo ed islamico. Poi la presenza di immigrati dalle “ex-colonie italiane”... è un debito storico peculiare, che non è possibile recidere in nome di una fase politica nuova. Proprio alla luce della quasi centenaria storia di dolorosa emigrazione, la coscienza civile italiana può leggere con simpatia, partecipazione e rispetto la vicenda di nuovi emigrati. La memoria dell’emigrante, del suo sogno e del suo dolore, è ancora scritta nell’intimo di generazioni di italiani. Questa memoria rappresenta un valore morale e civile. In ambienti europei nazionalistici si reclama la chiusura delle frontiere. Ma la presenza di ‘stranieri’ è un’occasione per costruire una nuova società. la chance non è chiudere in tempo, ma saper trasmettere quel patrimonio di sensibilità civile e democratica che è alla base della nostra convivenza. Bisogna forse cominciare ad interrogarsi su cosa significa realizzare una società pluralista e multirazziale capace di futuro accogliente e felice per tutti.

SOLLECITATI a CRESCERE e ad AGIRE :
una nuova mentalità


Educarci all’altro


La relazione con l’altro, cioé la “prossimità” è il punto di partenza per la definizione di noi stessi. Il “volto” dell’altro che ci è davanti, faccia a faccia, è per noi un appello: non c’è modo di ‘sequestrare’ la differenza dell’altro per assimilarlo, ingabbiarlo, rendendolo identico a noi. Viviamo sempre nella tentazione di voler ridurre l’altro a partire di noi stessi. L’altro viene prima di noi. E’ questa la scoperta che ciascuno può fare anche nell’atto più automatico e abitudinario, come quando innanzi ad una porta ci fermiamo e diciamo: “prego, dopo di lei”. Questo “dopo”, non è pura cortesia formale: nasconde il venire “dopo” l’altro. Il volto dell’altro, in quanto epifania della sua differenza da me, scompagina le certezze acquisite, mette in discussione la tranquillità dell’ IO, esso s’impone a me come novità di una presenza nuova e diversa. L’altro, per quanto sia “prossimo”, conserverà sempre la sua assoluta differenza, la sua irriducibile alterità. L’altro sarà sempre, contemporaneamente, il “prossimo” (e m’appella) e lo “straniero” (il mistero da svelare). Il prossimo mi riguarda non perché è come me o perché appartiene al mio stesso genere, ma perché il suo volto, nella sua nudità mi impedisce di restare chiuso in me stesso, di essere indifferente. Il suo volto “parla”, è una presenza che si offre, viene incontro. Nella sua nudità ogni volto è epifania di Dio! All’origine c’è dunque la differenza: l’altro non è un nemico da abbattere, ma una ricchezza da incontrare.

EDUCARCI all’ACCOGLIENZA

Educarci all’accoglienza è essere convinti che siamo tutti una famiglia: crescere nell’accorgerci dell’altro, ascoltare l’altro e aiutare l’altro (che sconfina in persone concrete: ‘i diversi’ handicappati, malati di mente, anziani non sufficienti, malati di AIDS, tossicodipendenti, ecc.). C’è una radicale difficoltà ad accettare ciò che ci scomoda, che costa sacrificio, che costringe ad uscire dal proprio guscio e abbandonare tranquillità e benessere. L’attitudine con la quale dobbiamo crescere è quella di liberare l’ EMPATIA per diventare capaci di accoglienza e di condivisione.
L’EMPATIA proviene dall’ascolto vero e profondo dell’altro, dal prestare attenzione alle sue parole, alla sua persona, per riflettere quanto dice e permettere di scoprire il significato dell’esperienza vissuta. Empatia significa entrare nel mondo personale dell’altro e sentrisi a casa. Ciò implica l’essere sensibili e disposti a vivere la vita dell’altro muovendosi senza giudicare. Essere con l’altro in questo modo significa per un momento lasciare da parte le vedute personali per entrare nel mondo dell’altro senza pregiudizi.
In questo senso l’empatia è già un’esperienza di accoglienza profonda di una persona. Questo modo di vivere le relazioni ci permette di :
- sperimentare l’umanità
- crescere nella stima reciproca (sono considerato da qualcuno... ho ricchezze)
- scegliere di voler veramente amare chi ci circonda
- condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo.

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Per la RIFLESSIONE PERSONALE :

1) Quali sono le mie fughe preferite? Da che cosa scappo (= Qual è il mio Egitto) ?
2) Nell’incontro con l’altro cosa mi fa più paura ? Cosa penso a riguardo dell’immigrazione?
3) Ti senti capace di ASCOLTARE e di ACCOGLIERE ?

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Gli auguri della CEMI (Commissione Episcopale Migrazioni) e della Migrantes


Gli auguri della CEMI (Commissione Episcopale Migrazioni) e della Migrantes








(21 dicembre 2011) - Il Natale che si avvicina ci spinge a ricordare particolarmente alcune categorie di persone in mobilità. I nostri emigranti all’estero, che sono ancora oltre 4 milioni, cittadini lontani dalle loro case, dalle loro chiese, dalla loro Patria: soprattutto i giovani, nuovi emigranti alla ricerca di un lavoro che in Italia manca o di arricchire il proprio percorso di studio e formazione, scegliendo nuovi Paesi (Cina, Russia, Romania, Spagna…) oltre i tradizionali (Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, Stati Uniti…). La gente dello spettacolo viaggiante, che sempre più con fatica trova spazi e piazze, comunità attente a questa tradizione artistica e culturale del nostro Paese. I 5 milioni di immigrati presenti in Italia, soprattutto chi – come molti italiani giovani e meno giovani – nella crisi ha perso il lavoro già precario, e per questo ha perso o rischia di perdere, oltre al titolo di soggiorno l’unica fonte di sussistenza per sé e la propria famiglia in Italia o nel Paese d’origine. I richiedenti asilo e rifugiati giunti soprattutto nel nostro Paese dopo la “primavera del Nord Africa”, che attendono il riconoscimento dei loro diritti e di poter avviare un percorso che dalla protezione li renda protagonisti della propria integrazione. Il mondo dei marittimi e aeroportuali, soprattutto chi vive questo tempo di Natale in viaggio, lontano dalle proprie case e famiglie.
Gli auguri di un Sereno Natale e felice Anno Nuovo a tutti voi.